Nel nostro Paese le pratiche di inumazione (seppellimento in terra) e tumulazione (seppellimento in loculi o cappelle) sono state, sino ad oggi, le metodologie di gran lunga più diffuse, mentre marginale era il ricorso alla cremazione. Le cose ora stanno cambiando, e sempre più velocemente. La cremazione, pratica che è sempre esistita nella storia dell’uomo, viene infatti richiesta sempre più frequentemente e convintamente.

Giova senz’altro anche l’accettazione che la Chiesa Cattolica ha da qualche decennio fatto a riguardo, superando una storica avversione.

Si potrebbe disquisire su aspetti igienici, etici, religiosi, ma tutto porterebbe a concludere che qualsiasi sia la scelta, essa è senz’altro giusta e rispettabile. Unica cosa, spesso trascurata, è legata alla possibilità di ricorrere alla cremazione: ciò è possibile solo se il soggetto ha preventivamente espresso la propria volontà in tal senso.

In vita, il defunto deve necessariamente lasciare, tra le sue disposizioni, quella di essere cremato.

  • Nel suo testamento, depositato dal notaio
  • Con una sua dichiarazione olografa, da depositare poi a cura degli eredi
  • Attraverso l’iscrizione a una delle Associazioni di cremazione, presenti su tutto il territorio nazionale. (A Spoleto: Società per Cremazione ‘Luigi Pianciani’)

Nel caso si siano lasciate disposizioni, solo oralmente, ai congiunti, dovrà essere loro cura ottenere la necessaria autorizzazione.